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10 personaggi letterari indimenticabili

L'angolo dei libri ha scelto protagonisti memorabili tra classici e letteratura contemporanea

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Il coraggio della scelta

Definito da Vladimir Nabokov “il capolavoro assoluto della letteratura del XIX secolo”, Anna Karenina svela già nel titolo qual è il personaggio indimenticabile con cui inizio questa bizzarra lista di uomini e donne della letteratura. Anna Karenina è una moglie fedifraga, vittima inconsapevole dell’amore per Vronskij. Per il giovane seduttore abbandona marito e figlio ma, a sua volta, viene da lui abbandonata, ritrovandosi sola e incapace di affrontare la vita e ritrovare la felicità. Per questo si lascerà sopraffare dai moti tumultuosi del suo cuore (e da un treno in corsa).

Anna è un personaggio forte e debole allo stesso tempo. È una donna che sceglie come vuole vivere, nonostante questo possa far soffrire le persone a lei care. Una scelta contrastante, che può suscitare sentimenti opposti nel lettore: stima e rispetto per il suo coraggio, pena e rabbia per il suo comportamento a tratti deprecabile. Quel che è certo è che il suo è un atteggiamento anticonformista e rivoluzionario, soprattutto per l’epoca in cui il romanzo è stato scritto. Perché leggere la sua storia? Per capire che non dobbiamo sottostare alle scelte e al giudizio di nessuno, dobbiamo poter essere liberi di decidere per noi stessi.

La solitudine

Anche in questo caso la protagonista del libro è citata già nel titolo. Eleanor Oliphant è una donna sulla trentina, impiegata modello, un po’ introversa, forse anche un po’ stramba. Piena di manie, bizzarre abitudini (come trangugiare vodka durante tutto il weekend) e uno stile di vita che rasenta la noia. Non vede nessuno, non esce con nessuno, al lavoro non fa comunella con i colleghi e non si avvicina minimamente alla macchinetta del caffè se c’è qualcuno nei paraggi. La sua routine è così perfettamente organizzata da sembrare vuota, più che piena di cose da fare. Ma come in tutti gli ingranaggi perfetti c’è qualcosa che, di punto in bianco, comincia a scricchiolare. E quello che all’apparenza sembrava un romanzo banale si trasforma in un thriller psicologico. Oltre ad Eleanor c’è un’altra protagonista, nel libro: la solitudine. Eleanor è un personaggio tremendamente solo, ed è forse per questo che ti viene voglia, leggendo le pagine, di farle compagnia, di sapere tutto della sua vita per poterne fare parte anche tu in qualche modo.

I mille volti del Conte

Edmond Dantes, vero nome del conte di Montecristo, è IL personaggio, in assoluto la figura più completa che abbia mai trovato in un romanzo. Un protagonista dalle mille sfaccettature e dai molteplici ruoli (non tutti figurati). Un uomo a cui è stato fatto un torto e che non ha certo intenzione di dimenticare. Nonostante la mole possa spaventare (il romanzo ha più di mille pagine), vi assicuro che vale assolutamente la pena di leggere questo libro. Non potrete non schierarvi dalla parte del protagonista e lottare con lui per avere finalmente giustizia. Scritto in maniera magistrale, questo romanzo conta oltre 100 capitoli, e uno tira l’altro. Questo perché si tratta di un romanzo d’appendice (noto anche come feuilleton) cioé usciva a puntate creando così un’alta aspettativa nel lettore che si appassionava alla storia settimana dopo settimana. Nonostante voi lo troviate tutto raccolto in un unico volume (o al massimo due), l’effetto sarà lo stesso e difficilmente riuscirete a posare il libro per fare una pausa.

Un grande romanzo di formazione

Chi non ha mai sentito parlare dell’Amica Geniale? O della sua creatrice, Elena Ferrante? Tutti, credo. Anche se nessuno l’ha mai vista. E questa aura di mistero che avvolge l’autrice ha sicuramente contribuito ad aumentare la curiosità dei lettori verso i suoi romanzi. Anche se, in questo caso, i personaggi (che qui sono in primis 2 ragazze, Lenù e Lila) meritano di essere letti, indipendemente da chi li ha inventati. L’amica geniale è il primo volume di una quadrilogia (a cui dà il titolo) che si compone di altri tre libri: Storia del nuovo cognome, Storia di chi fugge e di chi resta e Storia della bambina perduta, pubblicati separatamente solo per una questione editoriale. Secondo l’autrice, infatti, la storia è stata concepita come un unico grande romanzo di formazione. In tutti e 4 i libri le protagoniste principali sono sempre Lenù e Lila, quello che cambia è l’arco temporale in cui avvengono i fatti narrati. Si va dall’adolescenza, all’età adulta, attraverso una serie di flashback e racconti fatti in prima persona da Lenù, attorno ai quali ruotano tantissimi personaggi ai quali vi affezionerete subito.

Un classico da leggere e rileggere

Cosimo Piovasco di Rondò è il protagonista de Il barone rampante di Italo Calvino, uno dei miei libri preferiti e una delle prime letture in cui mi sono imbattuta, ancora adolescente. Il romanzo è il secondo capitolo della trilogia araldica che comprende Il visconte dimezzato e Il cavaliere inesistente (con protagonisti sempre diversi) ed è una meravigliosa opera letteraria quanto mai attuale: parla infatti dell’accettazione del diverso, del rifiuto delle regole preconcette e della capacità di vedere le cose del mondo da “un’altra altezza”. Cosimo, infatti, in segno di ribellione dopo un litigio con il padre che l’aveva cacciato da tavola per essersi rifiutato di mangiare un piatto di lumache, decide di rifugiarsi su un albero. All’epoca il protagonista ha solo 12 anni, ma le idee ben chiare in testa. Quello che tutti credevano essere un semplice capriccio, si rivela invece una decisione quanto mai risoluta e risolutiva per far valere le proprie idee. Cosimo trascorre così il resto della propria vita tra le fronde degli alberi del giardino di Ombrosa, andandosene solo parecchi anni dopo al passaggio di una mongolfiera in cielo.

Una storia indimendicabile

C’è chi ha letto il libro, chi ha visto il film, chi tutti e due. Qualsiasi sia il tuo caso, ti ricorderai sicuramente di Atticus Finch, avvocato dell’Alabama, rimasto vedovo con due figli da crescere. I suoi ideali antirazzisti fanno sì che l’educazione dei figli sia tutta orientata alla moralità e alla tolleranza verso l’altro. Forse è proprio per questo (o forse è stato il destino) che viene incaricato di difendere un giovane nero, accusato di aver stuprato una giovane ragazza di 19 anni. Nonostante l’avvocato dimostri l’innocenza dell’accusato, la giuria – vittima dei pregiudizi razziali - lo dichiara colpevole e il giovane viene poi ucciso da un secondino mentre tenta di scappare, per ribellarsi all’ingiusta sentenza. Atticus Finch è passato alla storia (della letteratura moderna e contemporanea) come il paladino della giustizia e dell'uguaglianza razziale. Tuttavia nell’ultimo romanzo Va’, metti una sentinella di Harper Lee, considerato il sequel del suo capolavoro letterario, la figura di Atticus viene completamente stravolta. Quello che viene presentato è un padre pieno di pregiudizi, che per il quieto vivere sembra aver smesso di lottare per la giustizia. Chissà se Harper Lee aveva veramente in mente un personaggio così misero e spiritualmente debole, o se l’aver abbandonato il progetto dentro un cassetto per tanti anni fosse un segnale che indicava la sua non piena soddisfazione per il lavoro che le era uscito.

Un romanzo per racconti

Olive Kitteridge è un’ex insegnante e moglie del farmacista della cittadina immaginaria di Crosby, nel Maine. Oltre a dare il nome al libro di Elizabeth Strout che le ha permesso di vincere il Premio Pulitzer nel 2008, la donna è anche il file rouge che unisce i racconti contenuti nel volume. Si tratta di 13 diverse situazioni, ambientate tutte a Crosby ma in tempi anche lontani tra loro, che coinvolgono la famiglia di Olive e altri personaggi della comunità. La presenza di Olive Kitteridge si fa sempre sentire: il suo sguardo cinico e disincantato è noto a tutti e spesso criticato. Nonostante ciò tutti sembrano tenere molto in considerazione la sua opinione e in un modo o nell’altro cercano di coinvolgerla sempre nei loro problemi. Il “romanzo per racconti” (come viene definito) tratta i temi più disparati: dai rapporti familiari, spesso complicati, al tradimento, alla paura della morte. Qualche anno fa è uscito il sequel, Olive, ancora lei dove vengono raccontati gli ultimi anni di vita della donna, oramai rimasta vedova. Il personaggio si è notevolmente addolcito, complice l’avanzare dell’età che l’ha resa meno dura con gli altri e soprattutto con se stessa. Olive, infatti, si concederà un nuovo amore e cercherà in tutti i modi di riavvicinarsi al figlio e ai nipoti. Nonostante il suo caratteraccio, non potrete non affezionarvi a lei.

Sognare di Essere Jo

Non credo ci sia bisogno di tante introduzioni: letto o visto in tv o al cinema (anche nell’ultima trasposizione di Greta Gerwig) Piccole Donne lo conosciamo tutti. Il romanzo di Louisa May Alcott è uno dei miei preferiti in assoluto: da piccola sognavo di essere Jo March, di vivere di scrittura e di trascorrere giornate intere a leggere libri. Di personaggi indimenticabili qui ne abbiamo ben 4, le quattro sorelle March: Jo, Meg, Beth e Amy. Nonostante il libro venga consigliato a scuola, come lettura per bambini e ragazzi, è un classico intramontabile che va bene per qualsiasi età. Il tema principale è quello della famiglia e dei rapporti tra i membri, ma si tratta anche di un romanzo di formazione perché nel corso degli avvenimenti che colpiscono la famiglia March le sorelle avranno modo di crescere e rafforzare gli ideali e gli insegnamenti che sono stati trasferiti loro dai genitori.

Un personaggio in cui immedesimarsi

Siamo nell’autunno del 1943, nel bel mezzo dei conflitti della Seconda Guerra Mondiale e a Gross-Partsch, a pochi chilometri dalla Wolfsschanze (la tana del lupo), Rosa Sauer e altre nove donne sono costrette ad assaggiare il cibo del Führer per assicurarsi che non sia avvelenato. Le 10 assaggiatrici (da qui il titolo del libro) sono esistite veramente e Rosella Postorino si è documentata molto per scrivere questo romanzo, a metà tra finzione letteraria e ricostruzione storica. Ma cosa rende la protagonista principale, Rosa, un personaggio indimenticabile? Il fatto che ti venga naturale, leggendo il libro, immedesimarti nel suo personaggio e chiederti cosa avresti fatto tu al suo posto. È facile additare quelle donne come colpevoli, oggi, o trasformarle in eroine. Ma come dice l’autrice “a volte anche non scegliere è una scelta”. Rosa Sauer non è nazista, ma si trova nel posto sbagliato al momento sbagliato. Scappata da Berlino dopo che le bombe le hanno distrutto la casa e ucciso la madre, è ospite dei suoceri, in attesa che il marito torni dalla guerra. Ed è qui, in questo paesino della Prussia orientale, che viene arruolata dalle SS come cavia. Si trova quindi a lavorare per il nemico, mettendo a rischio la sua stessa vita per salvaguardare quella di Hitler. Proprio come un soldato in trincea. Con la differenza che al posto del rancio lei può assaggiare delle vere prelibatezze e ogni settimana viene addirittura pagata per il suo lavoro. Il piacere di poter gustare piatti prelibati, in un momento storico in cui si faceva davvero la fame, viene però accompagnato dall’angoscia e dalla paura perché quello stesso cibo potrebbe essere la causa della sua morte.

La maternità

L’Arminuta (nel dialetto abruzzese “la ritornata”) è una bambina che a soli 6 mesi viene “ceduta” dalla madre naturale a un’altra donna che la accoglie in casa sua, la cresce, la accudisce, la educa e poi la restituisce, come un pacco, al mittente. Non è un romanzo di fantascienza. È una situazione che, alcuni decenni fa, si verificava spesso nelle famiglie povere che non riuscivano ad accudire i figli e li cedevano ad altre più facoltose, che potevano garantirgli assistenza ed educazione. Donatella Di Pietrantonio ci racconta questa storia con grande maestria (non per niente il romanzo le è valso il Premio Campiello), andando a scardinare uno dei pilastri della nostra società, quello della maternità. “Mamma” è proprio una delle prime parole che i bambini imparano a pronunciare, ma è un termine che per l’arminuta perde addirittura di significato. Non riesce più a riconoscere sua madre in colei che, di punto in bianco, l’ha restituita come un oggetto non più gradito. E non riesce neanche a usarla per chiamare l’altra di madre, quella vera, biologica, naturale. La madre e la figlia diventano due estranee che vivono sotto lo stesso tetto. Un po’ come succede in un altro bellissimo libro che vi consiglio, come bonus: Accabadora di Michela Murgia.

Chi è L'angolo dei libri

Leggo e scrivo (tanto), per passione e per lavoro. Sono giornalista pubblicista e web content editor (cioè scrivo testi per il web, creo siti internet e curo la comunicazione online di professionisti e aziende), ma per diletto da 7 anni ho un blog di libri dove racconto i romanzi a cui mi sono più appassionata e colleziono interminabili wishlist. L'amore per la lettura mi accompagna fin da piccola e sto ora cercando di trasferirlo alle mie figlie, grazie alle quali mi sono avvicinata alla letteratura per l'infanzia con la sezione KIDS del mio blog.