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Descrizione
Queste riflessioni sulla funzione della musica nella società, scritte nell'esilio svizzero alla fine del 1835 e apparse l'anno seguente su L'Italiano di Parigi, si inseriscono nel programma mazziniano di riorganizzazione globale della cultura italiana. La musica (e in particolare il melodramma) è concepita da Mazzini come strumento di emancipazione e di crescita politico-culturale del popolo tutto. Di qui il suo rifiuto dell'arte per l'arte e della musica come consumo passivo di sensazioni fini a se stesse e, invece, la visione di un'opera che coinvolga il pubblico dei teatri e il popolo che ne resta fuori; la condanna del belcantismo e la scoperta dei canti popolari; la critica delle esercitazioni accademiche e degli esibizionismi personali e la valutazione del coro quale voce delle masse sfruttate. Una posizione, quella di Mazzini, che si stacca nettamente dal panorama delle teoriche italiane del primo Ottocento.
Dettagli
Categorie
Arte Spettacolo, Arte, Cinema e spettacolo, Musica e Spartiti, Saggistica, Filosofia
Dimensioni del file
6,9 MB
Lingua
ita
Anno
2012
Isbn
9788880496694