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Non preoccuparti. Sii in armonia

di

Anselm Grün

Editrice Queriniana

Non preoccuparti. Sii in armonia - Bookrepublic

Non preoccuparti. Sii in armonia

di

Anselm Grün

Editrice Queriniana

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€ 6,60

Descrizione

Anche se è una porta grande e pesante quella che si deve aprire, spesso per farlo basta una chiave piccola. Così, lasciarsi alle spalle le preoccupazioni, vivere il più possibile contenti e sereni è una strada – semplice, ma efficace – per raggiungere l’armonia interiore. Armonia per il singolo individuo, che da sola si riversa sulla comunità.Dalla quarta di copertina:«Anche una porta pesante ha bisogno soltanto di una piccola chiave». Le parole di Anselm Grün sono come chiavi che spalancano la nostra anima. Aprono uno spazio di libertà per me e per gli altri. Vivere, semplicemente, contentezza e chiarezza è una strada per l’armonia interiore che non rende vivo soltanto me, ma anche la comunità: «Làsciati alle spalle tutte le preoccupazioni e non essere ossessionato da te stesso. Allora tutto il mondo ti apparterrà. Allora ogni cosa si farà dono. E la vita diverrà un luogo di gratitudine».   ESTRATTO DALLA PRIMA PARTE Che cosa ci serve per raggiungere la vera felicità? Non molto, dice il filosofo della religione ebreo Abraham J. Heschel. In realtà niente di più di ciò che c’è già da un sacco di tempo: «Dio, un’anima e un attimo. Queste tre cose ci sono sempre. Essere, semplicemente, è una benedizione; vivere, semplicemente, è sacro». Rabbî Heschel non era soltanto un grande erudito. Era anche un saggio maestro di vita, capace di puntualizzare, in un linguaggio chiaro e quasi poetico, che cosa è importante. Ne è convinto: sono soltanto queste tre cose a essere determinanti per una vita dotata di senso. Non ci serve niente di più. Anch’io, in questo libro, non desidero descrivere più di tre cose. Credo che siano sufficienti alla riuscita dell’esistenza: smettere di preoccuparsi. Raggiungere l’armonia con se stessi. E vivere, semplicemente. Questi atteggiamenti verso la vita o modi di vederla costituiscono un tutto unico, oltre a influenzarsi a vicenda. Per raggiungere l’armonia con me stesso, devo lasciarmi alle spalle le preoccupazioni. Tipico delle preoccupazioni, infatti, è proprio che mi tormentano. Minacciano di dilaniarmi. Mi impediscono di essere in accordo con me stesso. Devo perciò sbarazzarmene, gettarle lontano da me. ‘Unisono’ e ‘unico’ hanno la stessa radice. Si tratta di quanto costituisce un’unica unità, della singola nota che ha un suono semplice e dell’arte di fondere molte note in una sola. Chi riesce a unire in sé le molte note, trasformandole in un unico suono, è divenuto semplice, nel senso in cui hanno inteso la semplicità i primi Padri della chiesa. Secondo il loro modo di vedere, in fondo quella persona è diventata una cosa sola con il suono originario, una cosa sola con Dio, l’origine di ogni esistenza. E, a partire da questo essere una cosa sola, vive, semplicemente, come persona singola e semplice. È divenuto chiaro e puro in se stesso, trasparente a mostrare l’Uno. Abraham Heschel dice, a proposito dell’‘essere semplicemente’, che è una benedizione. Che cosa si intende con queste parole? Con tutta probabilità quanto segue: chi esiste, semplicemente, senza secondi fini, è una benedizione per le persone che lo incontrano. Nelle situazioni difficili, anzi, in particolare in esse, non deve mica fare molto per gli altri. È vicino, semplicemente, alla persona che ha bisogno del suo esserci, al malato che ha bisogno di un’altra persona. È qualcuno che resiste, semplicemente, al suo fianco, senza parole pie, senza interpretarne, con qualche massima di saggezza, la malattia. È vicino, semplicemente, a chi soffre per una perdita, è inconsolabile e non sopporta le parole consolatorie. Chi è disperato vorrebbe soltanto avere una persona che sia lì, semplicemente, senza dire nulla, senza spiegazioni, senza fare pressioni con l’aspettativa che il dolore debba placarsi. Chi è, semplicemente, senza interessi finalizzati a uno scopo, è anche una benedizione per il creato. È in armonia con il creato. Non lo usa per sé, non lo sfrutta. È, semplicemente, con la creazione e in essa. In quanto parte del creato sboccia come persona unica. Diventa una benedizione per l’ambiente che lo circonda. Abraham Heschel attribuisce alla vita semplice un’ulteriore qualità che in un primo momento ci risulta strana: la sacralità. «Vivere, semplicemente, è sacro». Se prestiamo l’orecchio con maggiore attenzione alla parola e al suo significato, capiamo meglio che cosa significa questa frase. La parola tedesca heilig, ‘sacro, santo’, deriva da heil, che significa ‘sano, illeso, intatto, completo’. Chi vive, semplicemente, non è dilaniato. È intatto e completo. Convive con tutto ciò che è. Vive in maniera completa. La parola latina per questo concetto è sanctus. Deriva da sancire – delimitare, sottrarre al mondo. Il sacro è ciò che è sottratto al mondo, ciò su cui il mondo non ha alcun potere. Chi vive, semplicemente, è interamente in se stesso. Non è condizionato dal mondo. Appartiene a se stesso e appartiene a Dio. Il mondo non ha alcun potere su di lui. La parola greca hàghios ha un significato analogo. Da hàghios derivano in tedesco Gehege, ‘recinto’ e behaglich, ‘confortevole’. Nello spazio sacro del recinto mi sento a mio agio e protetto. «Vivere, semplicemente, è sacro», questa frase per me significa: vivo interamente nell’attimo, vivo interamente in Dio. Ciò mi santifica. Mi libera dal potere del mondo, dal potere delle passioni e delle pulsioni, dal potere della sete smodata di riconoscimento e di successo. Questa vita semplice avviene nel recinto, sotto la protezione di Dio. Lì mi sento ‘a mio agio’. Lì mi sento a casa.

Dettagli

Dimensioni del file

1,5 MB

Lingua

ita

Anno

2023

Isbn

9788839965189